Ieri, sul giornale ho letto una notizia terribile. In Arabia Saudi una giovane di 19 anni, credo, è stato condannata a un anno in galera e 300 frustate per avere stato violata per sei uomini (se si può parlare d’uomini, non d’animali). E se dico che odio l’Islam le genti mi dicono che sono razzista, che non sono tollerante, mi hanno chiamato anche “assassina femminista” in un foro sul’internet qualche giorni fa, quando ho detto che, come dona che sono, non posso permettere che nel mio paese la dona sia considerata come qualcosa di meno che un cammello!
Ma, per me, la cosa più triste è che oggi nessun giornale ne parla. Sembra come se non sia importante. Dove sono le donne che hanno lottato per avere gli stessi diritti che gli uomini? Dove sono? Sicuramente non dicono niente per paura di offendere i musulmani che, generalmente, non ammettono dell’opinione contro la loro religione. Conosciamo bene il loro sistema per protestare per un’opinione che li dispiace: condannare a morte quello che l’ha detto, come hanno fatto con Salman Rushdie tanti anni fa per il suo libro “ I versi satanici”. Dopo parlano di toleranzia!
Riconosco, però, che anch’io ho paura. Non potrei dire che odio l’Islam in pubblico, per ragioni evidenti! Amo la vita, la mia famiglia, i miei amici... e non voglio mettere tutto in pericolo per una religione che, lo dico ancora una volta di più, non voglio nel mio paese per niente.
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4 commenti:
Non penso che sei razzista... Sono d´accordo con te. Una religione che difende la tortura della donna non può essere rispettata, secondo me. Allora (è la mia opinione) non credo che siamo razziste. Siamo realistichi, che non è lo stesso che essere razzista. Anche se ci sono problemi qui, abbiamo fortuna da non essere nate in un paese musulmano. Qui ancora le donne abbiamo diritti.
accusati di razzismo, prendendo il particolare per il tutto.
Più sbrigativo, nella sua difesa, McEwan: "Settant'anni fa, un critico dell'Unione Sovietica poteva aspettarsi di essere definito fascista. Qualcosa di simile accade oggi in relazione all'Islam, specialmente sulle pagine del Guardian". Secondo McEwan bisogna essere liberi di attaccare l'Islam, così come tutte le religioni: molti dei contenuti dell'Antico Testamento – argomenta il romanziere – possono apparire oggi moralmente ripugnanti, e "mi piacerebbe essere libero di dirlo". Allo stesso modo, vi sono aspetti dell'Islam quantomeno criticabili: e farlo, chiude McEwan rivolgendosi al collega irlandese Bennett, "non è essere razzisti, ma esercitare il dono della consapevolezza e il privilegio della libertà". Due a due: ma la sensazione è che siamo solo a fine primo tempo.
23 Novembre 2007 | amis | eagleton | hitchens | islam radicale
Questo è il finale d'una intervista che si chiama:
Se critichi l'Islam sei razzista: il caso Amis
di Luca Meneghel
Credo che sarai d'accordo
Hai ragione. Sono d'accordo, e sono anche contenta di non essere da sola con la mia opinione. Baci, cara...
Non stai sola, c’è tanta gente che ha la stessa opinione ma non lo dici perché non é politicamente corretti.
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