sabato 21 giugno 2008

Siamo contenti, Ferraristi???

Un altra volta abbiamo la pole. E Massa secondo. Verremo cosa succede nella gara... domani, prima del Italia-Spagna!

lunedì 16 giugno 2008

Danimarca: Democrazia e libertà nella palestra

Dice Jose Brechner in un articolo che la forma più conosciuta dei musulmani per fare paura e conseguire un certo dominio su le società occidentali é il terrorismo. Ma, secondo lui, esiste una forma più sottile per influenzare sopra i popoli che gli danno accoglienza: la tattica demografica.
Le donne musulmane, a differenza delle occidentali, non usano metodi per evitare la concezione e sono incoraggiate ad avere molti figli. É frequente vedere delle famiglie con 10 o 12 ragazzi. Questa situazione produce una sproporzione numerica nei paesi dove arrivano, ed è utilizzata per impostarsi sulla società anfitrione, per diventare eventualmente maggioranza. Questa tattica è praticata in Israel per i palestinesi, in Libano per i ciiti e suniti, ed in Europa per i musulmani in generale, dove sono già 54 milioni.
Fino 1979 praticamente non si vedevano dei musulmani a Copenhague. I danesi ricevevano cordialmente i estranei, sentendosi orgogliosi del suo socialismo liberale che aveva vinto i conservatori in 1929, ed risaltavano per loro riuscite socioeconomici.
La Danimarca aveva lavorato duramente per diventare una società aperta dove si offriva ai nuovi arrivati gli stessi vantaggi che avevano i cittadini nazionali. La criminalità era molto bassa, il livello educativo straordinario ed avevano una ammirabile storia d’umanismo e multiculturalità.
Nel 1990 la popolazione musulmana aveva cresciuto e non mostrava nessun interesse per integrarsi nella società danese, piuttosto comincio a condannare il suo stilo di vita liberale, che loro considerano decadente. In un articolo pubblicato da Daniel Pipes e Lars Hedegaard dove pronosticavano che il problema migratorio sfrutterebbe in Danimarca, spiegavano: “Gli immigranti musulmani formano il 5% del popolo, ma consumino il 40% degli aiuti sociali”. “I musulmani sono appena 4% del popolo danese formato da 5.4 milioni, ma fra loro sono la maggioranza degli violatori convitti, un assunto infamabile, se consideriamo che praticamente tutte le vittime sono non musulmane. Le stesse proporzione si manifestano negli altri crimini”.
Un studio più recente mostra che soltanto il 5% dei musulmani sposano delle donne danesi. Gli abitudine islamici obbligano che la loro figlia sposi alcun famigliare musulmano perché in caso contrario è condannata a morte, fatto che, logicamente, fa paura alle donne scandinave. Gli islamici non hanno nessun rispetto per gli abitudine e le norme del paese, e predicano apertamente che vogliono introdurre le legge dal Corano nel momento in cui la popolazione abbia un numero maggiore. Al ritmo presente, dopo 40 anni, uno di cada 3 abitanti sarà musulmano. Non è una sorpresa, quindi, che nel 2005 hanno avuto un episodio di violenza nelle strade per la pubblicazione degli caricature di Maometto nella pressa danese, che finisci col attaco suicida all’ambasciata di Danimarca nel Pakistan la settimana scorsa, che Al Qaeda ne ha richiamato la sua fattoria.
Nel 2001, i danesi hanno scelto il governo più conservatore in 70 anni, lasciando in dietro le loro generose idee immigratorie. Oggi la Danimarca ha le leggi più dure d’Europa in questo tema, cosa che è stata qualificata di “razzismo” per la pressa “progressista” europea.
Oggi, se vuoi essere danese, devi studiare la loro lingua tre anni; devi passare un esame su storia e cultura danese; devi avere abitato 7 anni nel paese per chiedere la cittadinanza; devi mostrare la tua intenzione di lavorare, e devi avere un lavoro aspettandoti. Se vuoi portare la tua moglie, i due sposi devono avere più di 24 anni, e non è facile per niente portare con te i tuoi famigliari ed amici. Non potrai costruire una moschèa a Copenhague, sebbene i tuoi figli avranno circa di 30 scuole di cultura e lingua arabe per scieglere.
In 2006, il ministro del lavoro, Claus Hjort Frederiksen, spiegò che i musulmani avevano abusato del sistema di sicurtà sociale in una forma che, eventualmente, potevano portare lo Stato al disastro.
La ministra d’Immigrazione, Rikke Hvilshoj distacca per la sua fermezza nell’applicazione delle leggi. Per provarla, l’imano radicale Ahmed Abdel Rahman Abu Laban, l’esigi una compensazione monetaria “per placare la sede di vendetta della famiglia” per un musulmano che fu ammazzato in un suburbio. Hvilshoj riusò la domanda, e l’imano argomentò che questa era l’abitudine nella cultura islamica. La ministra replicò che quello che si fa nei paese musulmani non è necessariamente quello che si fa in Danimarca. La risposta non si fu aspettare. Mieterono fuoco nella sua casa mentre dormiva col suo marito e loro figli. Si sono tutti salvati, ma è stata obbligata a trasferirsi a un luogo segreto, e per la prima volta tutti i ministri hanno degli guarda del corpo per proteggerli, in un paese dove la violenza era inusuale.
Quello che succederà negli prossimi 10 anni determinerà se la Danimarca sopravive come un bastione di vita civilizzata, con il suo grande sentito umanistico e responsabilità sociale, o se diventerà una nazione in guerra civile contro i promotori della Sharia.
Mentre tanto, l’Europa guarda in silenzo e la presa progressista insulta i danesi chiamandoli “razzisti”.
In conclusione... siamo diventati tutti pazzi!

domenica 15 giugno 2008

La sinistra lunatica - parte 1

Conferenza brindata da Pilar Rahola, giornalista catalana e antica leader dal partito repubblicano catalano, ERC, durante la convenzione dell’AIPAC a Washington DC qualche giorni fa.

“Buon giorno”

È un onore per me essere oggi fra loro.

!! Ammazzate questo cane infedele!!
Con questa ordine semplice, inviata da un imano, la vita d’un professore francese, Robert Redeker cambiò per sempre il 19 setembre 2006. Internet moltiplicò la minaccia a molte webs islamici, e l’indirizzo de la sua casa, i suoi numeri di telefono, i dati dei sui figli, furono pubblicati. Da quel giorno, tuta la sua famiglia vive su protezione policiale, ed è stato obbligato a lasciare il suo lavoro, la sua casa, ed a cambiare la sua vita. Il suo crime, avere scritto un articolo nel giornale francese Le Figaro titolato: What should thre free world do while facin Islamist intimidation?? In questo articolo, Redeker difendeva la libertà delle democrazie ed avvisava del pericolo dell’Islam radicale. E per difendere la libertà della nostra società, ha perso la sua propria. Nel suo libro recente “Azzardarsi a vivere” spiega la sua vita nella clandestinità. Una vita condannata all’esilio interiore, nel suo proprio paese. Per esempio, non ha potuto annunziare la morte subita del suo padre per paura d’essere scoperto.
Membro della rivista della elite della sinistra “Le Temps Modernes”, fondata da Jean Paul Sartre, si è visto abbandonato per i leader della sinistra francesi, che hanno attaccato la sua critica all’Islam. Così, come Salman Rushdie, come Talisma Nasreem, come Ayan Hirsi Ali, anche Robert Redeker ha scoperto che una parte della sinistra europea sta tradendo la libertà. Lui parla dei pericoli del fascismo islamico, che minaccia, terrorizza, schiavizza e ammazza. Ed i suoi compagni della sinistra l’accusano d’essere islamofobo e razzista. Lui denunzia la passività del mondo davanti la schiavitù della donna, l’ablazione, l’utilizzazione di bambini bombe, il fanatismo terrorista. E i suoi compagni della sinistra l’accusano di non essere rispettoso con le altre culture.
Lui, come io, come molti, difende un Islam libre di fanatici, dittatori, terroristi e totalitari. E i nostri compagni della sinistra ci lasciano soli davanti questa difensa.
Lui assume, quindi, la responsabilità morale di difendere la lettera dei diritti umani, davanti l’inseguimento dell’islamismo radicale, che è la nuevo ideologia totalitaria a la quale s’affronta il mondo. E i compagni della sinistra, tradiscono questo compromesso morale.
Cioè, siamo in un momento della storia che esige una difensa risoluta della libertà.

La sinistra dovrebbe condurre questa difensa.

E nonostante, purtroppo, non è nel suo luogo nel momento storico che vive l’umanità.

¿Perché? ¿Quale sono le patologie profonde che allontano la sinistra europea del suo compromesso morale?
¿Perché non vediamo delle manifestazioni a Parigi, a Londra, o a Barcellona contro le dittature islamici?
¿Perché non ne fanno contro la dittatura birmana?
¿Perché non ci sono delle manifestazioni contro la schiavitù di miliardi di donne, che vivono senza nessuna protezione legale? ¿Perché non si manifestano contro l’utilizzazione di bambini bombe, nei conflitti dove Islam è implicato? ¿Perché non hanno mai condotto la lotta per aiutare le vittime Della terribile dittatura islamica del Sudan?
Perché non si sono mai commosso per le vittime degli attacchi terroristi a Israel?
¿Perché la sinistra non considera la lotta contro il fanatismo islamico una delle sue cause principali?
¿Perché non difende il diritto d’Israel a difendersi ed ad esistere?
¿Perché confonde la difenda della causa Palestina con la giustificazione del terrorismo islamico?

E la domanda più importante:

¿Perché la sinistra europea, e globalmente tuta la sinistra, solo è ossessionata a lottare contro due delle democrazie più solide del pianeta, gli Estati Uniti ed Israel, e non contro le peggiore dittature?

venerdì 13 giugno 2008

Letteratura politicamente corretta

Sempre (quasi) compio le mie promesse e, quindi, devo parlare della scrittrice catalana Mercè Rodoreda, adesso che ho già finito il corso e non ho paura della mia insegnante (eh eh eh)!
Per farvi capire bene la questione, a voi i miei amici italiani della blogosphera, dirò che la Signora Rodoreda è un mito della letteratura catalana. Quest’anno la Catalogna celebra il centenario della sua nascita e ci sono tanti eventi per parlarne... per esempio, nelle scuole, fanno leggere i suoi libri a tutti gli adolescenti che, per dirlo soavemente, non sono specialmente contenti. Adesso che non è facile fare godere della lettura ai giovane, sono convinta che farli leggere questa autrice non è una buona strategia. La sola buona notizia è che siamo già al Giunio e restano soltanto 6 messi per finire le celebrazioni! Magari l’anno prossimo parleremo d’altri autori meno noiosi!
Sono una lettrice convulsiva da sempre. Ho letto tutto quello che è mai arrivato nelle mie mani, quello che si chiama letteratura, comics, romanci, teatro, poesia... e mai mi sono annoiata.... Ma Perbacco, la Rodoreda!
Riconosco che il suo modo d’usare la lingua è bello, ma quello che dice... Infatti, credo che non dice niente!
Il libro più famoso “La Plaça del Diamant” spiega la storia d’una giovane sposata con un marito stupido, e la cosa più diveretente che fanno nel trascorso del romanzo è allevare colombi nel terrazzo! Gli esperti dicono che è un grande retratto dell’epoca... Ma dai...
Un altro libro, “Mirall Trencat” (Lo specchio roto) è la storia d’una famiglia dove il padre ha un romanzo con la domestica. Questa storia l’ha presso dopo un scandalo che è successo all’inizio del secolo XX in una famiglia molto conosciuta del paese, ma è raccontato d’una forma molto semplice... i buoni sono molto buoni e i cattivi molto cattivi... pfffff
Dire questo che dico, cui, alla Catalogna, non è politicamente corretto e sicuramente qualcuno dirà che non ho capito niente, o magari considererà che sono un’ignorante o, ancora peggio, una mala catalana.... La verità è che considero che il tempo che abbiamo non è lungo e ci bisogna scegliere bene con che lo perdiamo e, inoltre, sono sufficientemente vecchia per dire quello che penso, visto che non ho più bisogno di farmi un bel curriculum.

domenica 8 giugno 2008

Fine settimana sportivo!


Nel gran premio di Catalunya di MotoGP, ha vinto Pedrosa (carino) e secondo Rossi (il migliore pilota senza dubbio). Poi, Nadal vince nel Roland Garros per quarta volta consecutiva, come fece Bjorn Borj negli anni 70. Cosa farano questa sera le Ferrari a Canadà? Sembra che Hamilton sarà il vincitore, ma, se vince Raikkonen o Massa, sarà, per me, il fine settimana sportivo perfetto! Come sempre: AVANTI FERRARI!!!

Gli amici di Georges (Brassens)

All inizio del corso ho detto che un giorno parlerei di Georges Brassens, per i giovani della classe, ma è un discorso troppo lungho e dificile per farlo in una lingua che non è la mia. Così solo ho fatto una traduzione d'una canzone di Georges Moustaki dove spiega un po' chi sono gli amici di Georges. Non è una traduzione molto precisa, perché l'originale è in francese (che, come sapete, non è neanche la mia lingua) e non sono sicura se capirete niente... ma... la mia intenzione è buona!

Gli amici di Georges erano un po’ anarchici.
Andavano nel gran rosso e suonavano loro chitarre.
Sembravano tutti sortiti della stessa famiglia,
Timidi e gagliardi e teneri con le ragazze.
Avevano visto la guerra o erano nati dopo
E si sono rincontrati a Saint Germani-des-Prés
E se a volte volevano lavorare,
Nessuno avrebbe perduto la sua vita per guadagnarla.
Gli amici di Georges avevano i capelli lunghi.
A quell’epoca, non era ancora moda.
Conoscevano Verlaine, Hugo, François Villon,
Giuravano, facevano dei sacrilegi, insultavano i borghesi,
Però savevano donare dei fiori alle figlie della strada,
facevano i bracconieri nei giardini pubblichi,
giocando a nascondiglio con l’ombra dei carabinieri.
Gli amici di Georges si potevano riconoscere
Per la sua forma di non essere mai in fretta,
D’entrare nel gruppo per diventare qualcuno.
Traversavano la vita come degli arlecchini.
Qualche sono restati così, altri sono dispariti.
Altri hanno anche la Légion d’Honneur – chi lo avrebbe detto?
Ma la maggioranza non hanno cambiato per niente.
Si passeggiano ancora con la testa nelle stelle.
Gli amici di Georges non sono diventati troppo viechi.
Se li guardi direte che sono diventati più giovani.
I capelli sono più lunghi, la chitarra è ancora li.
È ancora l’amico Georges chi donna il la
Però, come lui, non sanno ancora
Se mettersi nel gregge o caminare al passo.
Nelle strade di Parigi, nei camini delle province,
cantando delle canzoni de Brassens.

venerdì 6 giugno 2008

Anche Rossi fa in bocca al lupo



Questo fine settimana ci sono due appuntamenti: A Canadà con le Ferrari della F1 e a Motmelò con la MotoGP. In questo caso il mio cuore è diveduto fra Dani Pedrosa, il pilota catalano, e Valentino Rossi. Per essere sincera, però, penso che dopo Giacomo Agostini, Rossi è il migliore pilota di tutti i tempi.
Vale Rossi in Spagna con una moto in chiave "azzurri"
Roma, 6 giu. (Apcom) - Valentino Rossi manda il suo personalissimo in bocca al lupo alla nazionale italiana impegnata negli Europei di calcio. In occasione del Gran Premio di Catalogna della Classe MotoGP, previsto per domenica 8 giugno sul circuito spagnolo di Montmelò, il "dottore" correrà con una livrea della Yamaha numero 46 e una tuta molto speciali. Le grafiche ed i colori della moto, unitamente alla tuta indossata dal pilota, richiameranno infatti la casacca azzurra che verrà indossata in Austria e Svizzera dai giocatori della Nazionale. Sullo stesso tema anche il famoso numero 46 subirà un cambiamento per il weekend. La nuova veste grafica del leader del mondiale sarà svelata oggi prima delle libere del mattino, alle 9.50 sulla pit line del circuito di Barcellona.

mercoledì 4 giugno 2008

Donne belle

Cui sono qualche delle donne che hanno fatto, e fanno ancora, parte della storia del cinema. Un bel video, penso...